Con la recente approvazione delle ‘Linee guida per la stesura dei Regolamenti delle sagre in Regione Lombardia”, ogni comune lombardo dovrà dotarsi di un nuovo regolamento riguardante l’organizzazione delle sagre sul proprio territorio.
Si completa così l’iter legislativo dalla legge regionale 10/2016 mettendo finalmente ordine alla proliferazione di eventi che spesso creano una concorrenza sleale con i pubblici esercizi.
Una legge importante, soprattutto per il nostro territorio dove nel periodo estivo l’elevato numero di sagre diventa un’importante occasione di svago, di divertimento e d’incontro per turisti e residenti, ma spesso senza un coordinamento tra le varie proposte, senza una sinergia con i pubblici esercizi, molte volte con poca professionalità e soprattutto senza il rispetto per l’enogastronomia valtellinese in nome di un generalizzato risparmio riguardante l’acquisto delle materie prime. Basti pensare al vino, raramente valtellinese, servito in bicchieri che si schiacciano alla minima pressione, senza del resto poterne apprezzare il colore o il bouquet.
La nuova legge obbliga tutti i comuni, tenendo presente i criteri delle linee guida e sentite le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative, a predisporre i nuovi regolamenti sulle sagre.
Criteri importanti quali la calendarizzazione delle sagre entro il 30 novembre dell’anno precedente, il rispetto della normativa igienico-sanitaria, di sicurezza e fiscale, le dotazioni obbligatorie in termini di parcheggi e servizi igienici (anche per disabili), una relazione d’impatto acustico, la raccolta differenziata rifiuti; la possibilità per i Comuni di limitare l’orario di svolgimento per motivi di ordine pubblico e sicurezza e la possibilità di destinare parte della superficie interessata dalla sagra agli operatori in sede fissa o ambulanti.
Per la nostra provincia però l’aspetto più importante e più innovativo della legge, quello riguardante la valorizzazione del territorio e delle produzioni agroalimentari, facilmente non sarà inserito nei nuovi regolamenti, almeno non obbligatoriamente.
Infatti, nella “linea guida” recentemente approvate, il legame con il territorio riguarda solo l’eventuale sovrapposizione di sagre nello stesso giorno e nello stesso comune. Solo in questo caso la selezione tra le varie proposte per la calendarizzazione terrà prioritariamente presente: le sagra che abbiano finalità di valorizzazione del territorio, del turismo, dei prodotti enogastronomici tipici, della cultura e dell’artigianato locale; i prodotti alimentari venduti e somministrati dovranno provenire in prevalenza dall’Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia o comunque classificati e riconosciuti come DOP, IGP, DOC, DOCG e IGT della Regione Lombardia;…”
Un criterio importante, che meriterebbe di essere
inserito nei regolamenti comunali indipendentemente dalla selezioni di eventi
organizzati in concomitanza, considerando che da diversi anni, nel nome della
diversificazione, sono nate sagre che poco hanno a che fare con la tradizione,
la cultura e soprattutto con la valorizzazione dell’enogastronomia locale.
La frammentazione territoriali in settantasette
comuni della provincia di Sondrio potrà comunque prevedere due sagre nello
stesso giorno a distanza di pochi chilometri, senza nessuna limitazione e i nuovi
regolamenti comunali difficilmente potranno cambiare le cose.
Ma la specificità della nostra provincia potrebbe
anche azzardare uno sforzo, un regolamento provinciale, concertato con tutti i
comuni, con un calendario provinciale, dove sono privilegiate le sagre che abbiano
finalità con il territorio, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzazione dei
prodotti agroalimentari, da inserirsi poi nel calendario regionale.
Un’occasione per valorizzare le produzioni
provenienti dall’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione
Lombardia o comunque classificati e riconosciuti come DOP, IGP, DOC, DOCG e IGT
della Regione Lombardi.
Un’occasione per dimostrare che il territorio è
unito in una azione forte nata per valorizzare le produzioni locali e per creare una nuova cultura territoriale tra
tutte i giovani volontari appartenenti alle associazioni che organizzano le
sagre.
Un’occasione
per le amministrazioni comunali per dimostrare concretamente il sostegno a un’agricoltura
di montagna fatta di fatica e di sacrifici, per riconoscere il lavoro di che
ancora dedicata il suo tempo nel mantenere la vigna e i terrazzamenti che
diversamente sarebbero abbandonati a un degrado strutturale e vegetativo.
Un'
occasione per promuovere, attraverso le locandine che pubblicizzano la
manifestazione le aziende che hanno fornito i prodotti, e magari valorizzare la sagra con un marchio
provinciale questa sagra aiuta e difende il territorio
valtellinese”.
leggi anche il post del 15/03/2014 : Pronti via... Arrivano le sagre