martedì 18 aprile 2017

FINALMENTE SAPREMO DOVE E' STATO MUNTO IL LATTE CHE BEVIAMO QUOTIDIANAMWNTE



Da domani 19 aprile 2017, in Italia, entra in vigore l’obbligo di indicare sulle etichette del latte e dei prodotti lattieri caseari “preimballati” l’origine della materia prima, cioè lo stato dove è avvenuta la mungitura del latte, in applicazione al decreto ministeriale 09.12.2016: “Latte e prodotti lattieri caseari, indicazione origine in etichetta.”
Fino ad oggi l’obbligo dell’indicazione di origine per i prodotti caseari riguardava solo il latte fresco, e non c’era per il latte a lunga conservazione e per il latte utilizzato come materia prima in altri prodotti (formaggi, latticini, yogurt, burro).
Fino ad oggi sulle confezioni di questi prodotti compariva solo lo stabilimento di confezionamento ma nessun obbligo per l’origine del latte.

Il nuovo decreto definito “un passo storico” dal ministro delle politiche agricole Martina dovrebbe portare finalmente chiarezza su tutte le confezioni di latte, permettendo al consumatore di capire dove il latte è stato munto e dovrebbe anche aiutare un settore che ha visto negli ultimi anni una grossa crisi di redditività derivante dal fatto che le industrie casearie italiane preferiscono importare il latte dall’estero a un prezzo più basso, evitando di acquistarlo dalle nostre aziende.
Ma soprattutto dovrebbe tutelare maggiormente i consumatori nella difesa di quel Made in Italy, che permette ogni anno una sempre crescente esportazione dei nostri prodotti.
Consumatori attenti, che ricercano sempre più prodotti italiani veri, che hanno imparato il significato di chilometro zero, di filiera corta, di italian sounding, che acquistano i prodotti DOP e IGP perché garanzia di qualità della materia prima utilizzata, che sono disposti anche a pagare di più in nome della qualità.
Una consapevolezza che negli ultimi anni ha invogliato diversi produttori a utilizzare materie prime italiane per poi pubblicizzarle con la dicitura a grandi caratteri “ prodotto italiano” o mettendo sulle confezioni la bandiera italiana.

Oggi (fonte Coldiretti) tre cartoni su quattro di latte a lunga conservazione, sono stranieri senza che questo sia indicato in etichetta; almeno la metà delle mozzarelle vendute in Italia sono fatte con latte o con cagliate di importazione. Tutto questo senza che il consumatore possa saperlo perchè la legislazione fino a ieri, imponeva l’obbligo della tracciabilità della produzione, ma non la provenienza della materia prima.

E’ ovvio che le industrie italiane, spesso multinazionali straniere, difficilmente cambieranno i loro fornitori abituali del latte, pagando un prezzo maggiore per un latte italiano e continueranno a comprare latte e semilavorati dalla Germania o dai Paesi dell’Est come Polonia.
Ma da domani 19 aprile 2017, il consumatore attento potrà sapere la provenienza del latte, leggendo la dicitura: Paese di mungitura del latte: ... e decidere quale acquistare.
 Sapere che dietro quel cartone di latte anche a lunga conservazione c’è la certezza di una filiera corta, potrebbe portare un maggior numero di consumatori ad acquistare quel prodotto penalizzando le confezioni prodotte con latte proveniente dall’estero e di conseguenza modificare le linee produttive delle grandi industrie.
L’iniziativa, portata avanti anche dalla Francia, riguarderà però solo le produzioni agricole del settore caseario Italiano o francese e non i prodotti confezionati in paesi stranieri.
Acquistando un prodotto lattiero-caseario il consumatore dovrà prima di tutto fare attenzione al simbolo ovale che potrà trovare sulle confezioni.
Vediamo alcuni esempi.
Su una confezione di latte a lunga conservazione o di una mozzarella o anche di Yogurt troviamo:
 
Dove DE significa Germania, BY significa Baviera seguito dal numero di riconoscimento dello stabilimento e in basso la sigla della Comunità Europea (in Germania: “EG”).
Il prodotto viene dalla Germania; il produttore è obbligato a indicare l’indirizzo e il nome dell’azienda di produzione, ma nessun obbligo di indicare l’origine del latte. Potrebbero essere confezionato utilizzando anche latte non tedesco proveniente da altri paesi anche non europei, magari con norme sui controlli igienici sanitari moto permissivi.
Ecco un'altra confezione:
Dove IT significa Italia , 03 è il codice della Regione (es. 01 = Piemonte, 02 = Val d’Aosta 03 = Lombardia, 05 = Veneto ecc). seguito dal numero di riconoscimento dello stabilimento e in basso la sigla della Comunità Economica Europea.
Ma in questa confezione oltre l’indirizzo e il nome dell’azienda di produzione, troveremo da oggi la nuova dicitura con il paese di mungitura.
 Paese di mungitura: Italia
In questo caso il consumatore avrà la certezza che in questa confezione il latte usato è solo Italiano e che il suo acquisto potrà considerarsi un contributo al sostegno dell’agricoltura Italiana.
In un'altra confezione possiamo trovare sempre il bollino ovale con le stesse indicazioni di prima


Ma a seguire:
paesi di mungitura : latte di paesi UE
paese di trasformazione : Italia
Il prodotto è stato trasformato in Italia esattamente in Lombardia ma il latte proviene da paesi europei non definiti.
C è poi un terzo caso dove potremmo trovare,
paesi di mungitura : latte di paesi non UE
paese di trasformazione : Italia
o ancora
paesi di mungitura : latte di paesi UE e non UE
paese di trasformazione : Italia

Va infine purtroppo segnalato, che guardando le prime etichette  già conformi al nuovo decreto, non si può fare a meno di notare che le nuove diciture non sono subito visibili, e che purtroppo nei nostri supermercati ci sono moltissimi prodotti con la dicitura paesi di mungitura: latte di paesi Ue.


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