“ Ogni concorrente dovrà fornirsi di sgabello (scagn) e secchio per la mungitura. Verranno dati due minuti di tempo, segnalati dalla giuria. Il campionato si svolgerà in un'unica prova.”
Cosi dice il punto 5 del regolamento del Campionato del mondo di Mungitura a mano tenutosi domenica 28 settembre a Lenne in provincia di Bergamo.
La manifestazione ha visto la partecipazione di un numerosissimo pubblico e di 43 concorrenti, tra cui 8 giovani e 7 donne, arrivati da tutta Italia, dall’ India, dalla Svizzera e dalla Polonia.
Presente anche una valtellinese, Rita Duca di Talamona, anni venti, classificatasi al 2° posto nella categoria donne, mungendo 5 litri di latte in due minuti.
Il vincitore assoluto è stato invece Gianmario Ghirardi, che ne ha addirittura munti 8,7 litri.
Presente anche una valtellinese, Rita Duca di Talamona, anni venti, classificatasi al 2° posto nella categoria donne, mungendo 5 litri di latte in due minuti.
Il vincitore assoluto è stato invece Gianmario Ghirardi, che ne ha addirittura munti 8,7 litri.
Ma al di là della classifica è importante sottolineare l’obiettivo della manifestazione, nata con lo scopo di valorizzare un’ arte custodita ancora in molti alpigiani che nel periodo estivo caricano alpeggi dove la mungitura a mano è una scelta produttiva per poter far pascolare gli animali in posti dove il carro mungitore non può essere posizionato e soprattutto per poter lavorare il latte appena munto, ancora caldo.
Alpigiani che hanno ancora un rapporto vivo, reale con gli animali e con il territorio dove passano la loro estate. E qui la loro giornata inizia quando è ancora buio: mattinate fredde, alcune volte sotto l’acqua battente, gelida, altre volte in mezzo alla nebbia, le mani intirizzite dal freddo che accarezzano e poi stringono le mammelle delle vacche.
Un mondo che sembra lontano nel tempo e che invece è ancora presente in molti alpeggi della Valtellina, della bergamasca della bresciana.
Un mondo che riesce a produrre formaggi particolari, a latte crudo, ricchi di profumi e sapori della montagna.
Un mondo che riesce a produrre formaggi particolari, a latte crudo, ricchi di profumi e sapori della montagna.
Il campionato mondiale di mungitura, diventa così l’occasione per far conoscer quest’arte, per ridare dignità agli alpigiani, per far capire ai bambini che il latte che bevono tutte le mattine è prodotto dalle mucche (non ridete, anche in provincia di Sondrio, ci sono bambini che non hanno mai visti una mucca).
Dispiace allora leggere che le associazioni animalistiche italiane hanno chiesto di vietare nei prossimi anni il campionato mondiale di mungitura delle vacche a mano.
Nel comunicato si legge “ Esistono delle leggi ben chiare in proposito, In particolare l’art. 544 del codice penale che vieta gli spettacoli e le manifestazioni che comportano strazio o sevizie per gli animali e abbraccia tutte le figure che concorrono a qualunque titolo ad organizzare, coordinare, sostenere, pubblicizzare tali eventi”.
Nel comunicato si legge “ Esistono delle leggi ben chiare in proposito, In particolare l’art. 544 del codice penale che vieta gli spettacoli e le manifestazioni che comportano strazio o sevizie per gli animali e abbraccia tutte le figure che concorrono a qualunque titolo ad organizzare, coordinare, sostenere, pubblicizzare tali eventi”.
Noi valtellinesi, credo non possiamo condividere la richiesta di vietare una manifestazione che ha valorizzato un’arte che fa parte della nostra cultura, della nostra storia.
Noi valtellinesi abbiamo fatto il tifo per la nostra Rita, che quando è in alpeggio,al passo S.Marco, ha sicuramente un rispetto quasi sacro per le sue mucche.
Ed è proprio il suo grande sorriso, vicino alla mucca preferita, apparso sui giornali locali in questi giorni a ricordarci che ci sono ancora tante persone soprattutto giovani che amano la montagna, che amano le mucche, e amano sentire le loro mammelle tra le mani.
Noi valtellinesi abbiamo fatto il tifo per la nostra Rita, che quando è in alpeggio,al passo S.Marco, ha sicuramente un rispetto quasi sacro per le sue mucche.
Ed è proprio il suo grande sorriso, vicino alla mucca preferita, apparso sui giornali locali in questi giorni a ricordarci che ci sono ancora tante persone soprattutto giovani che amano la montagna, che amano le mucche, e amano sentire le loro mammelle tra le mani.
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